Water for Tunisia
Laudato sii, o mio Signore, per sora Acqua, la quale è molto utile, umile, preziosa e casta.
Il Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi
Il progetto triennale di gestione sostenibile dell’acqua in Tunisia di Cnh Industrial.
Dare acqua, strumenti e infrastrutture in una delle zone della Tunisia più aride, nel governatorato di Kebili, favorendo l’agricoltura, la gestione sostenibile dell’acqua e, in definitiva, la vita. È l’iniziativa promossa da Cnh Industrial e dal suo brand globale di macchine per l’agricoltura New Holland Agriculture, nel quadro di un accordo di cooperazione sottoscritto con la Fao. Gli obiettivi sono numerosi: costruire e riparare i tradizionali sistemi di raccolta delle acque, realizzare orti per le famiglie, migliorare l’attività pastorale e creare frutteti e nuove aree boschive per assicurare una gestione pienamente sostenibile dell’acqua.
In questo contesto si inserisce il reportage fotografico di Elisabetta Illy. Il progetto di Cnh Industrial viene raccontato meticolosamente attraverso un grande reportage fotografico a cura di Elisabetta Lattanzio Illy: così si avrà una testimonianza vera e coinvolgente della situazione attuale e degli sviluppi, passo dopo passo, del progetto. Grazie a una serie di fotografie di grande impatto, mostrate in anteprima a Bruxelles, si enfatizza l’importanza del progetto nei confronti delle popolazioni interessate e si documentano le positive trasformazioni in atto. Le immagini fotografiche fanno ben capire come, malgrado in Africa ci sia una crescita in molti settori, ancora due terzi delle popolazioni subsahariane vivono in condizioni ambientali precarie. Una situazione che potrebbe addirittura peggiorare: secondo le proiezioni demografiche delle Nazioni Unite, entro il 2035 l’Africa avrà raddoppiato la propria popolazione, raggiungendo più di due miliardi di abitanti.
Deserto del Sahara. Donna nomade tuareg intenta a filare accanto alla sua teiera. Il tè è offerto in segno di benvenuto e viene bevuto tre volte: il primo giro è amaro come la vita, il secondo dolce come l’amore e il terzo soave come la morte. Si sorseggia sotto il sole cocente e la sera sotto le stelle. Prende tempo, ma il tempo non manca mai qui nel deserto perché la vita è legata indissolubilmente ai ritmi della terra.
Deserto del Sahara. Pastore nomade tuareg nella sua tipica posizione di riposo su una sola gamba. 9.000.000 chilometri quadrati per un’estensione di circa 1.600 chilometri da nord a sud e 5.000 da est a ovest queste le dimensioni del più grande deserto, quello del Sahara! Vivere il nulla, nel nulla, dove dignità e silenzio incutono un rigoroso rispetto.
Kebili, Douz. Il mercato. Dove il Sahara incontra le oltre 500 mila palme, li prende vita il mercato di Douz. Un concentrato di tradizioni e costumi, voci da ogni angolo, colori, il silenzio del deserto si rompe appena attraversata la piazza, tutto prende vita. Contrattazioni sfinenti e cantilenanti accompagnano la vendita di asini e dromedari ma, alla fine della giornata, ogni cosa ritorna a suo posto, e l’oasi riprende silenziosa l’attesa della prossima visita dei misteriosi abitanti del deserto. Questa città anche conosciuta come “la porta del Sahara” è stata una tappa importante sulle vie carovaniere.
Kebili. Localita Zingazou. Una donna raccoglie un frutto di dattero, la pianta più presente e usata in Tunisia. Conosciuta come “l’Albero benedetto” perché della palma da dattero nulla va perduto, neppure la sua linfa. “Dai piccoli semi di un dattero nascono grandi cose” (proverbio berbero).
Deserto del Sahara. Mamma di dromedario bianco che allatta il proprio figlio. Qui i dromedari vengono usati anche per il trasporto: una vera fuoriserie del deserto. Possono caricare fino a 200 kg al giorno per 40/50 km o portare una persona per 8 ore consecutive alla velocità di quasi 20 km/h. E consumano poco: resistono 8 giorni consecutivi senza bere, ma alla “stazione di servizio” riescono a bere 100 litri d’acqua – anche salata - in soli 10 minuti.
Kebili, localita Zigzou. Zona del progetto water management. La natura rigogliosa nelle oasi. Un luogo dove piante e acqua non si fanno desiderare tanto quanto nel resto delle aride zone del deserto, è certamente fonte di grande sostegno per l’economia dei villaggi circostanti. Anche se situate in zone con risorse naturali già presenti di acqua e piante, le oasi dipendono da un complesso ecosistema e non riescono mai ad essere completamente naturali. Per questo è molto importante il rispetto e la cura dell’uomo di queste aree.
Deserto del Sahara. L’acqua: benedizione, fonte di vita, minaccia o necessità; tutto in una sola parola, niente la può sostituire. Il poeta inglese W. H. Auden scrisse: “Migliaia di persone hanno vissuto senza amore; neanche una senz’acqua”.
Deserto del Sahara, il grande Erg. Il vento con la sua forza può sconvolgere tutto, ma a volte si trasforma in artista. Arte e cultura specie se strettamente legate alla natura, sono leve importanti, ancora poco utilizzate, per dare possibilità di riscatto ai Paesi più svantaggiati.